Google+

martedì 14 maggio 2013

Recensione: “Quattro etti d’amore, grazie”– C. Gamberale

Chiara-Gamberale-Quattro-etti-damore-grazieTRAMA ( da qlibri): Quasi ogni giorno Erica e Tea s'incrociano tra gli scaffali di un supermercato. Erica ha un posto in banca, un marito devoto, una madre stralunata, un gruppo di ex compagni di classe su Facebook, due figli. Tea è la protagonista della serie tv di culto "Testa o Cuore", ha un passato complesso, un marito fascinoso e manipolatore. Erica fa la spesa di una madre di famiglia, Tea non va oltre gli yogurt light. Erica osserva il carrello di Tea e sogna: sogna la libertà di una donna bambina, senza responsabilità, la leggerezza di un corpo fantastico, la passione di un amore proibito. Certo non immaginerebbe mai di essere un mito per il suo mito, un ideale per il suo ideale. Invece per Tea lo è: di Erica non conosce nemmeno il nome e l'ha ribattezzata "signora Cunningham". Nelle sue abitudini coglie la promessa di una pace che a lei pare negata, è convinta sia un punto di riferimento per se stessa e per gli altri, proprio come la madre impeccabile di "Happy Days". Le due donne, in un continuo gioco di equivoci e di proiezioni, si spiano la spesa, si contemplano a vicenda: ma l'appello all'esistenza dell'altra diventa soprattutto l'occasione per guardare in faccia le proprie scelte e non confonderle con il destino. Che comunque irrompe, strisciante prima, deflagrante poi, nelle case di entrambe.
Scrivere una nevrosi, o scrivere per sfuggire a una nevrosi? è la domanda che mi sono posta leggendo questo romanzo della Gamberale, che ho amato forse di più di Le luci nelle case degli altri, che avevo trovato un po’ troppo lungo. La mia domanda è del tutto priva di malizia, anzi. Nasce dal profondo di una che per anni ha scritto per sfuggire alla solitudine, alle paure, alla soffocante chiusura di un vicolo cieco.
è un libro pieno di nevrosi, questo. Quella di Tea, e quella di Erica. E spesso ti trovi a chiederti quale ti faccia più paura. Un gioco di relazioni, di incroci, di intrecci casuali. Un seguirsi ossessivo, assurdo. Nevrotico. Ti viene spontaneo avvicinarsi a una delle due, viverne da dentro la vita, che la Gamberale - come quando raccontava di Mandorla nelle Luci - ti fa vedere dall’interno, usando espressioni particolari, poco letterarie ma efficaci, precise. Anch’io, come Erica, mi sono sentita per tanto tempo sottovuoto.
Un mix di assurdità e quotidianità, amore e dipendenza. Consigliato, tantissimo.

(Post pubblicato, in origine, qui)

1 commento:

Girasolieneve ha detto...

... abbiamo letto lo stesso libro negli stessi giorni ... forte!
Non ho ancora avuto tempo di recensirlo, però ...

Baci!