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mercoledì 5 febbraio 2014

Perché questo blog, ovvero gli Italiani sono anch'io.

Mi sono appena resa conto, partecipando a una discussione online, che non ho mai sufficientemente chiarito perché è nato questo blog o, più in generale, perché ho iniziato a parlare di libri, a condividere le mie letture.

Sicuramente, ho voluto dar voce a un grande interesse che mi accompagna fin da quand'ero bambina. E ho anche trovato il modo di coniugare due passioni: quella per la scrittura, e quella per la lettura. Perché non vi è niente di più naturale e produttivo di scrivere a proposito di ciò che si legge. Senza contare che.. è proprio leggendo che si impara a scrivere.

Però.. alla base di Scusate, devo andare a leggere c'è anche altro. Leggendo qua e là, sul web e non solo, il messaggio che passa a proposito degli Italiani è sempre lo stesso. Siamo ignoranti, è di nuovo in crescita l'analfabetismo funzionale, si chiama "lettore forte" colui che legge 12 libri all'anno. Saranno sicuramente dati veri, ma quello a cui voglio oppormi è il loro scorretto sbandieramento. Perché noi Italiani - e voglio calcare sulla maiuscola, anche se non è ortograficamente corretta - stiamo diventando sempre di più campioni nel lamento e nel vittimismo. Critichiamo chi non legge, chi non è in grado di mettere le virgole al posto giusto, chi guarda solo i film di Boldi & De Sica, parliamo del governo che affossa i Beni culturali, che non combatte per l'Arte e la Letteratura ma.. cosa facciamo, nel nostro piccolo?
Ecco, questo blog nasce sia per dare espressione a una minoranza, la minoranza che legge più di 50 / 60 / 100  libri l'anno - e li conta perché li recensisce, non per farsi vedere - sia per diffondere la cultura ed il sapere, per far sì che, in un futuro, questa minoranza non sia più tale.
E' una piccola voce di speranza, che si unisce a tante altre che popolano il web. Gruppi, pagine Facebook, blog... tanti parlano dell'importanza di rimanere intellettualmente vivi. 
E io spero che chi passa di qua, o sulla pagina, trovi occasione di confronto se legge, e se non legge trovi spunti per provare a (ri) cominciare. 
E spero che.. il prossimo anno, o quello dopo, chi scrive gli articoli allarmanti si accorga di noi, del popolo di lettori / studiosi d'arte / cinema / letteratura della rete, e parli di noi. E che tra 10 anni siano questi i numeri a fare notizia, e a farci guardare al nostro Paese col sorriso. 
Facciamoci vedere e sentire, continuiamo a scrivere, a parlare, a leggere, a visitare i musei. Perché quegli Italiani degli articoli non sono mica un'entità astratta, eh.. gli Italiani siamo noi!

Oltre alla speranza, in questo post c'è utopia, lo riconosco. Ma è così che si costruiscono i mondi, non con la rassegnazione. 

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