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venerdì 9 maggio 2014

Salone del Libro 2014

Giretto al Salone, in mattinata, con la mamma. E' sempre un'idea saggia portarsi qualcuno che possa pagare per te, quando si fanno queste "gite".

Dunque... il Salone del Libro è, per i lettori, una sorta di Paese dei Balocchi, di Gardaland. Tante cose da guardare, tante tentazioni. E soprattutto, ahimé, tanta gente.
Tantissima, troppa: scolaresche, comitive che ovunque vorrebbero essere tranne che nei padiglioni nel Lingotto. Una confusione che disturba, insomma. E che si accalca agli stand dei grandi editori: Mondadori, Newton Compton, Giunti ecc sono inavvicinabili. Non che me ne importi molto, del resto...
Consigli pratici per chi volesse andare nei prossimi giorni: scarpe comode, e abiti molto leggeri!
Oltre a curiosare per i piccoli editori, le mete sono Sellerio, Fazi, Adelphi, Priuli & Verlucca.

Venendo agli acquisti... Primo stop allo stand de La Spiga Edizioni, dove ho recuperato un'edizione - ridotta, of course - di Dubliners di Joyce. Per la serie: proviamoci, ogni tanto, a leggere in inglese!

Sosta decisamente più lunga al banchetto delle Edizioni del Baldo. Oltre a una copia di Heidi, mia grandissima passione, che non possedevo in cartaceo, sono venuti via con me un quadernetto di viaggio, sul quale io e Stefano racconteremo la nostra prossima vacanza in bici (Lago di Costanza? speriamo!) e tutta una serie di libri di ricette per prepararmi al mio futuro di "donna di casa".














Sosta lunga anche da Sellerio: mi sono rigirata tra le mani a lungo La figlia di Clara Uson, ma alla fine ho desistito: ho paura sia una lettura troppo "storica", non adatta a me.  Niente nemmeno alla Fazi, che forse dovrei chiamare "Casa di Stoner": siccome sono arrivata a pagina 13 del libro più citato del 2013, per poi chiuderlo infastidita dalla prosa così secca, ho deciso che per ora non aggiungo alla mia biblioteca altri libri di Williams.

Lo stand dell'Adelphi è forse tra i più belli di tutto il Salone, con quei librettini tutti uguali, ma di colori diversi allineati. Semplicemente stupendo. Lì, la mamma ha comprato Le braci di Marai. E io?
Beh... come era ovvio, non mi sono lasciata scappare La settimana bianca di Carrère,appena ri-editato da Adelphi. E dopo aver riflettuto a lungo, ho deciso che alla mia collezione non poteva mancare una copia cartacea de L'avversario, che per adesso è forse il libro (tra i contemporanei, ovviamente) più amato del 2014.


E poi... non è finita qui. Oltre che libri, al Salone si trovano spesso oggetti curiosi, particolari. Un piccolo stand di lampade, di produzione torinese, non poteva non attirare la mia attenzione. Una lampada nera con la sagoma della Mole... starà bene nella mia casetta tedesca? Per maggiori informazioni, guardate qui.

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