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lunedì 8 giugno 2015

"Una camera a Chelsea" - M. Nelson

Provocatorio, imbarazzante, misogino, sottilmente sovversivo ma anche radicalmente conservatore, farneticamente gay e al tempo stesso omofobo, questo graffiante divertissement venne pubblicato in Inghilterra, anonimo, nel 1958 (quando ancora nel Regno Unito l’omosessualità era considerata un reato) con enorme scalpore, divenendo nel giro di poche settimane un vero e proprio “caso” letterario e di costume. (da qui)

Questo romanzo mi era stato consigliato da un amico quando un paio di anni fa ero stata malata, più malata di quanto non sono di solito. Siccome non era disponibile in ebook avevo accantonato, ma ora...






Di cosa parla? Per essere brevi, delle avventure di un gruppo di amici gay. Alcuni "adulti" e molto ricchi, altri giovani e desiderosi di arricchirsi. Il tutto ruota intono a due figure centrali, Patrick e Nicholas. Patrick è il polo attorno al quale ruotano tutti gli altri personaggi: crede di essere amato ma in realtà è odiato da tutti, e nelle ultime pagine ci appare patetico.

E' un romanzo deliziosamente misogino, moooooolto gay ma anche sottilmente omofobo che fa ridere, ma anche pensare. A quanto spesso sacrifichiamo la nostra dignità, a quanto ci affidiamo al calcolo nei rapporti di coppia, a quanto siamo troppo spesso dipendenti da qualcuno che non ci merita.

Il confine tra morale e immorale è - in questo libro, e forse non solo - molto labile.



Ho evidenziato tante cose nel corso della lettura, e questo basta - per me - per decretarlo un gran libro, per quanto sia poco conosciuto.  Meglio di me, ne hanno scritto qui. 

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