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venerdì 7 agosto 2015

A proposito di ... Dora Bruder - Patrick Modiano

Sinossi (da qlibri): 31 dicembre 1941. Sul «Paris-Soir» appare un annuncio: si cercano notizie di una ragazza di quindici anni, il suo nome è Dora Bruder. A denunciarne la scomparsa sono i genitori, ebrei emigrati da tempo in Francia. Quasi cinquant’anni dopo Patrick Modiano si imbatte in quelle poche righe di giornale, in quella richiesta d’aiuto rimasta sospesa. Non sa niente di Dora, ma ne è ugualmente attratto: cerca di ricostruirne la vita, i motivi che l’hanno fatta scappare, cerca di immaginare le sue giornate nel periodo della fuga. A poco a poco ricompone la storia dei Bruder: la nascita della ragazza, le origini dei genitori, i loro trasferimenti, l’ultimo domicilio della famiglia.


Avevo Dora Bruder sul Kindle da mesi, probabilmente da quando Modiano ha vinto il Nobel e qualcuno - credo Recensireilmondo - me ne aveva parlato come uno dei più belli dell'autore francese.
Per quanto le prime righe mi avessero colpita, avevo sempre rimandato la lettura, senza un vero perché.

Alla vigilia della partenza per una vacanza parigina, avevo sistemato nella prima "pagina" del Kindle due romanzi di Zola e Notre Dame de Paris, attualmente in lettura. Poi, in aeroporto, la decisione improvvisa di cominciare Dora Bruder. L'ho continuato la sera, e l'ho concluso il giorno dopo su una panchina nel giardino delle Tuileries. Bello, bello, bello.
Non è la trama, esilissima, a catturare. E' come l'autore racconta, mescolando il suo passato con quello di Dora e con quello dei suoi genitori. Ci parla dell'occupazione di Parigi senza essere un "libro sul Nazismo". Ma soprattutto ci parla di Parigi: della sua Parigi, di quella di Dora, di quella di Hugo.
E all'ultima pagina ho provato come una sensazione di incanto sospeso. Dora non c'è più, questo lo sappiamo. Eppure...rimangono quei suoi mesi di libertà, che ci danno l'illusione che al mondo ci si possa sottrarre e, almeno per un po', sparire.





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