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giovedì 24 settembre 2015

Su LEGGERE A COLORI: Recensione di "Senza nome" di W. Collins

Tra le letture estive bisogna annoverare anche Senza nome di Collins, di cui avevo già amato e "pubblicizzato" La donna in bianco. 

Senza nome è secondo me ancora più bello, più appassionante, più denso di emozioni.

Scoprite di più su Leggere a Colori!

domenica 13 settembre 2015

Recensione: "L'angelo di Marchmont Hall" - Lucinda Riley (Der Engelsbaum)

SINOSSI (da Amazon.it): Sono passati trent’anni dall’ultima volta che Greta è stata a Marchmont Hall, la magnifica tenuta di famiglia sulle colline del Galles. E adesso, mentre varca i cancelli al fianco di David Marchmont, nipote del suo defunto marito, non può fare a meno di chiedersi se il luogo in cui ha vissuto per tanti anni sarà in grado di dischiudere qualche squarcio sul suo passato. Dopo un terribile incidente d’auto, infatti, Greta non ricorda più nulla e rifiuta di abbandonare il suo appartamento londinese troppo a lungo, tenendo a distanza tutti quelli che hanno fatto parte della sua vita. Tutti tranne David, l’unico amico di cui si fida e per il quale prova qualcosa che va al di là della semplice gratitudine. È stato proprio lui a raccontarle com’era la sua vita prima di quel giorno e a convincerla a trascorrere il Natale a Marchmont Hall. Ma durante una passeggiata nel bosco, ai piedi di un abete, Greta scorge una lapide e spazza via la neve che ricopre l’iscrizione. Certo non immagina che quel nome inciso sulla pietra la travolgerà con un’ondata di ricordi: le serate come ballerina di cabaret nella Londra del ’45, il sogno di sposare un ufficiale americano, l’amicizia con David, giovane comico di buona famiglia che la accoglierà a Marchmont Hall per strapparla alla miseria. E infine il matrimonio con lo zio di David e il rapporto con una figlia che fin da piccola dà segni di forte instabilità. Ma allora perché David le ha nascosto tanti dettagli sul suo passato? Da cosa vuole proteggerla? Un romanzo sconvolgente sul destino e sul­l’amore: l’amore non confessato, l’amore pu­ro, quello che nel silenzio vince su ogni cosa.

L'angelo di Marchmont Hall è - dopo Das Italienische Mädchen, che credo non sia ancora uscito in Italia - è il secondo libro di Lucinda Riley che leggo in traduzione tedesca.  So che sarebbe meglio leggere libri scritti direttamente in tedesco, ma siccome la Riley mi piace e leggere i suoi romanzi è per me una forma di svago, scelgo di unire l'utile - anche se non utilissimo - al dilettevole.

Come tutti i romanzi della Riley si fa divorare, ed è lungo. Molto lungo. TROPPO lungo.  Le ultime cento pagine le ho lette a velocità supersonica per finirlo. E ho trovato il finale scontatissimo...

I personaggi sono ben delineati, e ho apprezzato soprattutto David e sua madre, la fortissima LJ. 
La loro decisione di prendersi cura di persone che non fanno parte della loro cerchia famigliare, se non alla lontana, indica che a volte certi rapporti di amicizia sono più forti dei legami di sangue. 
Ciò che ho sempre amato dei romanzi della Riley è la scelta di impostare la narrazione sull'alternanza passato / presente: c'è anche questa volta ma in maniera meno marcata, più lieve. Del presente c'è ben poco da raccontare, se non che Greta riacquista improvvisamente la memoria e con l'aiuto di David mette insieme il puzzle del suo passato.
Quello che non va, qui, è la narrazione stessa. In alcuni passaggi è dettagliatissima, per poi diventare subito dopo poco chiara. Ci sono buchi di anni e anni che, se da una parte ci risparmiano un bel po' di pagine, ci rendono, dall'altra, un po' difficoltosa la ricostruzione della storia. La figlia di Greta, Cheska Hammond, è sicuramente squilibrata: ma come ha vissuto in tutti quegli anni dei quali non sappiamo niente?

Il mio giudizio su questo romanzo non è propriamente positivo. Leggo la Riley nella consapevolezza che non "produca", verbo scelto non a caso, romanzi di elevata qualità ma per distrarmi. Questa volta l'ho trovata pesantissima. Vorrei poter dire che è colpa della traduzione, ma siccome non ho incontrato nessuna difficoltà nella lettura direi di no.