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domenica 14 febbraio 2016

Recensione "Le ceneri di Angela" di Frank McCourt


Sinossi (da qlibri): Siamo negli anni fra le due guerre e le travagliate vicende coinvolgono una famiglia così misera che può guardare dal basso la povertà, fra un padre perennemente ebbro e vociferante contro il mondo, gli inglesi e i protestanti, e una madre che sbrigativamente trascina la sua tribù verso la sopravvivenza. Tutto ci arriva attraverso gli occhi e la voce del protagonista mentre vive le sue avventure. Questo ragazzino indistruttibile, sfrontato, refrattario a ogni sentimentalismo, implacabile osservatore crea con le sue parole un prodigio di comicità e vitalità contagiose, dove tutte le atrocità diventano episodi e apparizioni di un viaggio battuto dal vento verso la terra promessa.



Il romanzo è famosissimo e non ha bisogno di presentazioni. Io sono arrivata decisamente tardi a questa lettura, e se non fosse stato per un'offerta Kindle non credo l'avrei comprato e letto. 
Non mi attirava, come spesso non mi attirano i libri che tutti amano e decantano. Perché si creano aspettative troppo alte. Perché si legge alla ricerca di qualcosa di straordinario. Che, per quanto mi riguarda, in questo caso non c'è.

Non fraintendetemi. Mi è piaciuto tanto e sono contenta di essermi fermata a leggerlo. è una testimonianza unica di condizioni di vita terribili, di una miseria che - nonostante il romanzo - non possiamo nemmeno immaginare. L'ironia pungente evita il patetismo, e mi sono ritrovata a sorridere spesso, ma non mi sono commossa quasi mai. Mi sono invece indignata spesso: con il papà di Frank, che però ogni tanto avrei voluto abbracciare, con la mamma di Angela, con Angela stessa, e soprattutto con la società dell'epoca. E con i preti, sì. Con chi predica la povertà e la carità ma fugge di fronte alla vera miseria. Ho detestato i limiti di un'educazione quasi inesistente, e la pratica diffusa di inculcare in un bambino sensi di colpa assurdi. Ho evidenziato tanto e ho apprezzato tantissimo lo stile di McCourt, mai sciatto ma sempre curato. La storia ci arriva attraverso gli occhi e la voce di Frank bambino, però è "contaminata" da quella del Frank adulto: per me è un valore aggiunto.
C'è tanta tenerezza e tanta indulgenza, per quel bambino coraggioso costretto a diventare adulto troppo in fretta. 

Però non l'ho trovato così straordinario. In alcuni punti mi sono anche un po' annoiata e l'ho trovato troppo lungo.
Non credo che continuerò la lettura della trilogia. 

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