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venerdì 8 luglio 2016

Recensione: "Tutti i giorni di tua vita" di Lia Levi

Sinossi: (dal sito di edizioni e/o): Una grande saga famigliare dagli anni Venti ai nostri giorni. Un padre, una madre e due figlie che si troveranno a impersonare due diversi destini, quello dell’impegno politico antifascista l’una, quello della docilità e della sconfitta l’altra. E una miriade di altri personaggi a comporre il vasto tessuto: un’attrice protetta dal Regime e che diventerà delatrice, una sarta fascista, una sprovveduta servetta di campagna, un genero di un’altra classe sociale, zii, cugini… La piccola storia quotidiana, fatta di amori, ribellioni, affetti e tradimenti, all’ombra di una Storia che incomberà sempre di più, irrompendo nelle vicende individuali fino a determinarle.


Fino a un mese fa, Lia Levi per me era solo la "mamma" di Brunisa di Una valle piena di stelle e Da quando sono tornata, due libri che nel corso della mia infanzia e prima adolescenza ho letto più volte, perché profondamente diversi dai "soliti" libri sulla guerra e sull'Olocausto che ci davano da leggere a scuola.
Tutti i giorni di tua vita è arrivato a casa mia grazie a un'amica tanto cara, che ha pensato di regalarlo a mia mamma, alla quale - a mia volta - l'ho sottratto.
In un momento un po' particolare della mia vita, questo libro mi ha fatto riscoprire il piacere di prendermi del tempo solo per me e di dedicarmi solo e unicamente alla vicenda raccontata, senza prestare attenzione a pensieri disturbanti.

Tutti i giorni di una vita racconta la storia di una famiglia - ebrea - dagli anni Venti in avanti.
Valfredo si trasferisce con la moglie e le due figlie già grandi, Regina e Corinna, in un appartamento buio al piano rialzato di un condominio di Roma. Appartamento rimasto a lungo invenduto, proprio perché poco luminoso e triste.
Tuttavia per Valfredo e la sua famiglia quella casa sarà un rifugio pronto ad accogliere tutti e a custodire i loro segreti. Attorno a questo nucleo famigliare ruota una serie infinita di personaggi: primi fra tutti i parenti, poi i mariti di Regina e Corinna, la sarta fascista, l'attrice nevrastenica e crudele e la cameriera più ingenua e sfortunata che si possa trovare.
Al centro di questo meraviglioso affresco ci sono loro, Regina e Corinna. L'una forte e indipendente tanto quanto l'altra è scialba e indecisa. Due figure che impersonano due diversi modi di reagire alle avversità della vita: con la lotta, oppure con la paura e la rassegnazione, insieme alla speranza che non succeda mai nulla a "noi". Impersonano anche due modi di vivere il rapporto con la famiglia: da un lato l'affermazione delle proprie volontà e dei propri desideri unito all'affetto filiale e fraterno, dall'altro il rifiuto di crescere, di assumersi le proprie responsabilità e di accettare che ora tocca a "noi" vivere, e non a chi "si occupa" di noi.

Sullo sfondo della storia delle due ragazze, e di tutti gli altri, c'è la Storia, quella con la S maiuscola, quella che abbiamo studiato a scuola. Storia che vediamo per così dire dall'interno. Prendiamo coscienza degli eventi insieme a Valfredo e alla ragazze. Assistiamo con un misto di rabbia e timore alla fascinazione di Valfredo per Mussolini, alla proclamazione delle leggi razziali, quando ancora qualcuno della famiglia pensa che non riguardi "proprio loro". Atteggiamento che possiamo definire non tanto ebraico quando, purtroppo, profondamente italiano. Questo immobile guardare gli eventi, sperando che questi passino senza toccarci troppo, o che comunque non arrivino mai a riguardarci.
E' - in fondo - l'atteggiamento di Corinna, in stridente contrasto con quello di Regina e di sua figlia Anna, che per reazione si avvicinerà all'Ebraismo più di quanto gli altri membri della famiglia non abbiano mai fatto.

Tutti i giorni di tua vita è un romanzo che non può lasciare indifferenti. La farfalla nera che vola per le stanze dell'appartamento ogni qualvolta che arriva una brutta notizia vola anche davanti ai nostri occhi, mentre verso la fine cerchiamo di trattenere le lacrime.


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